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2025

Gabriella Bottini

Neurologa, neuropsicologa e professoressa dell’Università di Pavia

Quando pensiamo a un luogo nel quale dobbiamo trascorrere un certo tempo per lavorare, studiare o riposare, immediatamente dopo la considerazione del quanto tempo, pensiamo subito allo spazio nel quale trascorreremo quel tempo.

Non a caso il primo parametro in base al quale stabiliamo se una persona è compromessa nel suo comportamento è l'orientamento temporo-spaziale.

Condividiamo tempo e spazio con altri, vittime o complici di personalizzazioni del tempo e dello spazio: a me sembra un'eternità a te un attimo, è un buco angusto, è un luogo intimo...

Il problema più concreto è quello di chi decide il grado di libertà e in quale ambiente.

La ricerca dei soli luoghi fisici adatti può essere fallimentare. Il paradigma sperimentale ideale per non frustrare sia la ricerca sia il processo creativo dovrebbe includere il luogo mentale. L'immaginazione è stimolante e promuove soluzioni originali. La risorsa primaria di progetti in cui la realtà e l’immaginario promuovono la trasformazione dei luoghi nei quali viviamo è l’interdisciplinarità e l’intersezione di diversi codici comunicativi.

Quando a tutti è possibile cercare il proprio luogo di espressione, la città diventa necessariamente multiforme e in alcuni casi scomoda. Ma la scomodità, seppure inopportuna, stimola l’attenzione.

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